Buongiorno carissimi lettori,
quest’oggi vi segnalo un giallo/noir italiano: “SENZA FAR RUMORE” di Riccardo Castiglione, edito da La Ponga Edizioni.
Titolo: Senza far rumore
Autore: Riccardo Castiglioni
Casa editrice: La Ponga
Casa editrice: La Ponga
Collana: Nessun alibi
Genere: giallo/noir
Numero pagine: 272
Prezzo ebook: € 3,99
Prezzo cartaceo: € 18,00
Numero pagine: 272
Prezzo ebook: € 3,99
Prezzo cartaceo: € 18,00
Data uscita: 30 Giugno 2017
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SINOSSI:
Una vita senza far rumore quella di Antonio, anziano insegnante di Liceo ormai in pensione.
Vissuta in sordina, senza correre rischi.
Fin quando conosce online una giovane studentessa universitaria, Claudia, appassionata di libri come lui.
Un banale equivoco interrompe la loro amicizia.
Ma quando dal passato di Antonio riemerge un’ombra maligna pronta a ghermire proprio Claudia, Antonio sarà costretto a prendere una decisione ed agire per la prima volta nella sua vita.
Vissuta in sordina, senza correre rischi.
Fin quando conosce online una giovane studentessa universitaria, Claudia, appassionata di libri come lui.
Un banale equivoco interrompe la loro amicizia.
Ma quando dal passato di Antonio riemerge un’ombra maligna pronta a ghermire proprio Claudia, Antonio sarà costretto a prendere una decisione ed agire per la prima volta nella sua vita.
N.B. Il romanzo, al
di là della vicenda “gialla”, ha una dimensione introspettiva: infatti
racconta la vita di Antonio, mite e complicato insegnante ormai
in pensione, e ne indaga l’indole e le (poche) amicizie.
ESTRATTI:
«Nel 1956 non avrei mai pensato che mio padre
fosse disposto ad iscrivermi al Liceo» ricordò il Professore. «Passavo
le notti a studiare per dimostrare che lo meritavo e tornavo sempre a
casa col massimo dei voti. Papà mi rispondeva ogni volta che non
sarebbero serviti, che era già un miracolo non avermi iscritto alla
scuola di avviamento professionale. Per quanto avessi voluto studiare
sarei diventato muratore; come lui.»
«Dopo gli esami di terza media non riuscivo ad
essere felice: sentivo che la mia giovinezza era arrivata a fine corsa.
Una sera invece papà è tornato a casa con una copia dei Promessi Sposi.
Mi ha chiamato in soggiorno e dopo un lungo silenzio me l’ha piazzata
in mano. Mi ha detto Se devi andare al Liceo questo dovrai studiarlo
bene. Non mi ha mai spiegato perché avesse cambiato idea» concluse.
«Qualsiasi cosa sia accaduto è stata la tua
fortuna: non sei nato per tirar su case» rispose Lele. «Anch’io avrei
voluto continuare gli studi, ma papà era rimasto senza lavoro e in casa
avevamo bisogno di soldi. Mi sono ritrovato alla Tintoria a lavorare
sedici ore al giorno.»
«Già; e quando avevi finito passavi da me a
prendere in prestito qualche volume. Devi averci speso parecchie notti,
sui miei libri.»
(…)
Mammà fece capolino, ma non li disturbò.
Meglio andare a dormire senza interrompere i loro racconti: avrebbero
tirato notte fonda come ogni Natale. Scrisse un biglietto per il
Professore e lo attaccò alla porta d’ingresso.
Caro Antonio,
Ancora grazie della compagnia. Ti ho preparato
un pacchettino in cucina con un po’ di cose che sono avanzate. Mangiale
domani che oggi ti sei tenuto troppo leggero.
Mammà
Il Professore era stupito: era la prima volta
da tempo che la signora passava a trovarlo. «Buonasera» rispose,
appoggiando sul tavolino la copia consunta del romanzo di Ignazio Silone
che tante volte aveva letto in classe.
«Ho cotto i dolcetti di marzapane» disse lei «e siccome che Manuele sta ancora a dieta ho penZato di portartene qualcuno.»
«La ringrazio, Mammà; sempre troppo gentile»
si schermì lui. Era scattato in piedi in segno di rispetto, come la
madre gli aveva insegnato.
«Vuole accomodarsi?»
Nel cortile regnava una quiete surreale. Tutti
erano fuori casa: quel pomeriggio anche l’anziana vedova del piccolo
appartamento a fianco era andata a trovare i nipotini. Se non altro
pensò il Professore nessuno farà domande strane su chi è venuto a farmi
visita.
«Volentieri, Antonio; grazie. Pigliami una sedia che qui fuori si sta bene. Che leggevi?»
«Il segreto di Luca, Mammà. La storia di un
uomo che si lascia condannare all’ergastolo pur di non confessare il suo
amore, ricambiato ma impossibile, per una donna sposata.»
Gli occhi grigioverdi della donna, che anche
se sbiaditi con l’età le illuminavano ancora il viso di una luce
giovanile nonostante le profonde rughe che lo solcavano, lo scrutarono.
Mammà non era una donna acculturata, ma la sua prontezza di spirito era
indubbia. Affondò il colpo.
«Una storia di donne, insomma.»
Abbozzò un sorriso e restò in silenzio.
«Possiamo definirla così» nicchiò il
Professore. Temeva già di dover prestare il fianco a una delle tante
battute scostumate. «Le porto qualcosa da bere? Del vino?»
Mammà non dava segno di ascoltarlo: rigirava
il romanzo tra le mani, sfogliandolo. Recitò ad alta voce una frase che
lui aveva sottolineato. «La passione infelice, nell'assenza dell'oggetto
amato, si nutre del pensiero di esso.» Si soffermò di nuovo, poi a
bruciapelo disse: «Credo che pure tu ti nutri da tempo di penZieri
d’amore, Antonio. Sei sempre svagato, e quando vieni a casa nostra non
mangi quasi più.»
Il Professore non replicò. Come poteva essersi fatta quell’idea?
«Andiamo, Antonio; puoi raccontarmelo. È come
se fossi il mio figlioccio. Hai incontrato una donna, vero? È da mo’ che
l’ho capito. A differenza di Manuele, ma quello è di tufo. All’inizio
mi parevi felice; ora invece ti vedo triste. È successo qualcosa?»
Buona lettura.
Luce
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