Recensioni

sabato 30 maggio 2015

Recensione del romanzo "Chelsea & James" di Giuseppe Cozzo



Titolo: Chelsea & James
Autore: Roberto Giuseppe Cozzo
Editore: Self publishing
Prezzo cartaceo: 6,24
Pagine: 194
Data di pubblicazione: 26 febbraio 2015

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Sinossi:

Nel tentativo di perseguire il proprio personale senso di giustizia, due ragazzi cercano di fuggire da un ingombrante passato, che li condiziona fortemente. La moralità, immancabilmente relativa, viene messa in discussione, mentre un viaggio li porterà via dalla zona in cui hanno imparato a soffrire. Scopriranno che allontanarsi da un luogo è possibile, ma prendere le distanze dalle proprie vite è un obiettivo che può essere raggiunto solo conoscendo sacrifici forse insopportabili. 




 
Recensione:

La storia di Chelsea e James ha inizio nella cittadina di Roverside, in Texas. James giunge in questo luogo desolato, freddo e poco ospitale, fuggendo dal suo passato e andando alle ricerca di qualcosa che ancora non è ben chiara nella sua mente.

Guardo inutilmente a destra e a sinistra, prima di attraversare, e passo anche se il semaforo indica il rosso. La mia scarsa inclinazione all'osservanza delle regole mi ha causato meno problemi che se le avessi rispettate. E' meglio chiedere il perdono che il permesso.
Aspettare il verde sarebbe inutile. Voglio risparmiare un po' di freddo, sto quasi letteralmente morendo di fame, e nessuno si accorgerà di un'infrazione del genere, in un luogo simile. Sarebbe come dedicare attenzione alla lettura di un volantino in una biblioteca.”

Da queste poche righe, che s'incontrano nelle pagine iniziali del romanzo, si intuisce il carattere anticonformista e un po' ribelle di James. Questi tratti caratteriali mettono in evidenza come la giovane età del protagonista lo induca a sfuggire a tutte le pene sofferte in un passato molto travagliato. E' proprio in questa fuga iniziale, priva di una metà specifica, che James incontra Chelsea.

La ragazza ha qualcosa che mi ha colpito. L'avermi pagato il conto, per non farmi andare incontro a dei problemi, era un gesto di attenzione che mi aveva sorpreso, per quanto semplice. I fiori posso essere difficili da identificare e comprendere, quando sei cresciuto in mezzo ai coltelli.”

Anche Clelsea ha una situazione pesante alle spalle ed anche lei ha tutti i motivi per fuggire da qualcosa. Per questo motivo i ragazzi si incontrano e si “riconoscono” al primo sguardo, decidendo di intraprendere un cammino insieme.

"Negli occhi di Chelsea vedo qualcosa che mi spinge ad andare avanti. Non solo. Qualcosa che mi guida, che mi conduce lungo la strada da seguire, e non si limita ad indicarmela. È una strada che potrei non essere in grado di percorrere. Non so se sia in difetto di coraggio o capacità, ma sento che dovrei provarci ugualmente. A qualunque costo."

Con lo scorrere della trama la fuga dei due ragazzi si farà ancora più impellente: non sarà soltanto una fuga dal proprio passato e dai propri vissuti, ma sarà una fuga avventurosa e urgente verso la ricerca della libertà assoluta.

Quella di Chelsea e James è una storia di amore, di amicizia e di avventura.
La moralità dei loro comportamenti e dei loro gesti è sicuramente molto discutibile, ma ciò non toglie al lettore la possibilità di affezionarsi ai due coprotagonisti della storia, seguendoli passo per passo nella loro affannosa fuga e vivendo con trasporto il racconto del loro passato e delle loro emozioni che vivono nel presente.
Il libro è, dunque, molto coinvolgente, anche se nelle pagine iniziali sembra andare a rilento. Con lo scorrere delle pagine la storia si fa sempre più avvincente, i vissuti interiori dei due ragazzi sempre più emozionanti.
L'animo di James viene svelato lentamente e tramite esso si svela a poco a poco anche quello della ragazza. Il loro amore è totale ed assoluto, il loro legame indissolubile fino all'ultimo istante.
Il giovane scrittore Giuseppe Cozzo dimostra una notevole capacità nella scrittura, che appare scorrevole e lineare, priva di intoppi e di incertezze. Il lettore è coinvolto su due fronti: da un lato dalla scrittura armoniosa dello scrittore, dall'altro dalla storia estremamente intensa che tiene con il fiato sospeso sino alla fine.

Chelsea & James” è un romanzo molto affascinate, intenso ed emozionante.
E' come una musica che inizia molto sommessamente, poi raggiunge toni sempre più acuti e infine si conclude con un finale quasi assordante e allo stesso tempo estremamente dolce.
Dispiace molto chiudere il libro a fine lettura, perché i suoi protagonisti sono entrati nel cuore, hanno fatto emozionare, penare, arrabbiare ed hanno pienamente trasmesso il senso di cosa sia il vero amore.

Quando la musica si ferma si deve smettere di ballare. Ma noi, eliminando quel vincolo, ci procuriamo una personale forma di illimitata di libertà.”

Luce

martedì 19 maggio 2015

Recensione del libro "Come una pianta di cappero" di Massimo Granchi

 

Titolo: Come una pianta di cappero
Autore: Massimo Granchi
Editore: 0111 Edizioni
Collana: LaRossa
Pagine: 246
Ebook: € 8,99
Cartaceo: € 16,00
Data di pubblicazione: Ottobre 2013 







  

Sinossi:


Edda nasce nella seconda metà del Novecento in una famiglia di umili origini e in un quartiere popolare alla periferia di Cagliari. Una madre distratta da tanti figli e dall’alcool, un padre troppo assente per motivi di lavoro, la lasciano crescere ostinata e fragile, in mezzo alle molteplici stravaganze dei suoi fratelli. Il sogno è l’unica dimensione in cui può vivere. Edda, infatti, vorrebbe godersi la libertà fuori dalle quattro mura domestiche, dalla sua città e da se stessa. Alcuni viaggi verso l’emancipazione, a volte obbligati, la portano per lunghi periodi a vivere in Continente. A Palermo fa la giostraia ed è ospite di una famiglia di zingari. A Roma è acrobata in un circo. Mentre la vita incombe, si definiscono in lei i segni di una debolezza emotiva profonda, aggravata dai molti ostacoli che incontra, dagli amori infelici e dai fallimenti che subisce. Conosce Onofrio, l’uomo che diventerà suo marito, e grazie a lui sembra pacificarsi con la parte tormentata della sua anima. Che cosa accade però quando il viaggio non può più essere un rifugio? Quando la stabilità sfugge ed è minata da rapporti umani tormentati, dall’improvvisa malattia di un padre adorato e dalla tragica morte del fratello più caro? L’incapacità di vivere di Edda si trasforma. Diventa malinconia, poi ansia e infine depressione, una malattia che non le lascia scampo e annebbia il resto. Come una pianta di cappero è un romanzo che esplora le fragilità umane e la paura di vivere per proporre una riflessione sull’amore, sulla ricerca della felicità e sui suoi lati oscuri.



Recensione:

“Come una pianta di cappero” è un libro molto intenso e toccante che narra l'intera vita di Edda sin dai tempi della sua infanzia. La maestra della scuola definisce Edda come “una creatura riflessiva e dall’intelligenza silenziosa”, ma Edda vive in un ambiente di forti ristrettezze economiche:



Il suo stomaco borbottava dopo pochi minuti dall’ingresso a scuola. Le interiora erano strette da una morsa. Il dolore si espandeva lungo nervi e pareti molli. Un sibilo s’insinuava nella testa e non la abbandonava per il resto della giornata.

Edda era magra, con braccia e gambe esili e ampi solchi ombrosi le avvolgevano gli occhi.

… All'ora di disegno la testa le ciondolava sul banco. Volgeva lo sguardo oltre la finestra e cercava il patio, l’erba selvatica dalle larghe foglie tumide che celavano bacche verdi commestibili. Guardava le rocce bianche del colle di Tuvumannu erto fino a Piazza d’Armi, stagliato poco più avanti come un gigante dietro le inferriate del cancello. Scrutava i fusti ramificati di capperi aggrappati caparbiamente alla roccia, le gonfie pale cariche di fichi d’india cresciuti a grappoli sulle piante selvatiche sparse lungo la strada e pensava che si sarebbe salvata solo addentandoli all’istante



In questi primi anni di scuola Edda sogna di divenire una grande scrittrice come Grazia Deledda e scrive poesie in cui prefigura il suo avvenire.



Cosa vorrei essere”:

Vorrei essere un’aquila

Se fossi un’aquila potrei volare

Mi piacerebbe essere un fulmine

E se fossi un fulmine potrei splendere

Ma se fossi neve allora sparirei

e dormirei nella pace



Edda è costretta ad abbandonare ben presto la scuola e a darsi da fare per trovare un impiego, perché la sua famiglia versa in condizioni molto precarie. Il padre è sempre lontano per motivi di lavoro, la madre è alcolizzata e non riesce a badare bene alla figliolanza numerosa.



Edda non ha mai vissuto la spensieratezza e l'innocenza tipiche dell'infanzia e mentre osserva i bambini giocare...

...con gli occhi fissi sui quei volti gioiosi, custodiva l’amara sensazione di non avere niente in comune con loro. Ancorata a questa sensazione, diventata speciale per lei mentre il vuoto contribuiva ad alimentare la riottosità repressa, sfamava un’innaturale senso di sufficienza nei confronti della vita e un’insana inclinazione verso l’illusione. Erano soprattutto la spensieratezza e l'innocenza che Edda non aveva mai provato. Nei giorni di solitudine trascorsi in casa le aveva cercate disperatamente, senza sapere cosa fossero.



Ben presto Edda inizia a vagare da una città all'altra e da un impiego all'altro, nella perenne ricerca della sua dimensione ideale in cui sentirsi realizzata.

Edda non ha ancora maturato in se stessa le abilità atte a fronteggiare le avversità che inevitabilmente incontra nel suo percorso di vita.

La condizione familiare, un'infanzia di ristrettezze e la ricerca precoce di una situazione di indipendenza hanno costretto Edda a crescere in fretta senza poter maturare la costruzione di una personalità solida e stabile.

Edda prova un senso di solitudine incolmabile e un'instabilità emotiva che la costringono alla perenne sensazione di trovarsi sempre nel posto sbagliato ed a fuggire in continuazione in cerca di qualcosa non ben definito.

Quando incontra Onofrio, un uomo molto paziente e premuroso, sembra che la sua vita stia prendendo la giusta direzione: si sposa e costruisce ben presto una famiglia. Edda, però, è sempre insoddisfatta e non riesce a sopportare quel malessere sottile e invadente che le opprime l'animo perennemente, così il passo verso vortice della depressione diventa inevitabile.



“Come una pianta di cappero” è un romanzo molto coinvolgente che fa vivere al lettore numerose e diversificate emozioni. Nelle prime parti del romanzo il cuore del lettore si carica di speranza, seguendo l'affannosa ricerca di Edda della sua strada e della felicità. Pian piano, però, si insinua nell'animo un velo di malinconia, quando, procedendo con la lettura, il lettore si rende conto come “il male di vivere” possa essere così determinante nell'allontanare ogni possibilità di vivere una vita serena e appagante.



L'autore Massimo Granchi dimostra ottime capacità narrative, riuscendo a descrivere luoghi, personaggi e situazioni con grande abilità, rendendo quasi vive e reali le situazioni raccontate.

Le descrizioni di Cagliari, la sua città natale, e delle altre città toccate dai numerosi spostamenti di Edda, invitano il lettore ad immedesimarsi sino al punto di avere la percezione di trovarsi in quei luoghi:



Roma si svelò, magnifica e caotica, agli occhi di Edda. Le levò il fiato. La scosse dentro. I monumenti imponenti sovrastavano il suo sguardo abbagliato. Sulle strade larghe e popolose si affacciavano vetrine luminose di negozi grossi come grandi magazzini. I giardini pubblici sembravano parchi di ville principesche. Qualcuno di questi celava tra gli olmi edifici nobili con ampi ingressi colonnati e lastrici solari di marmo. Erano palazzi lussuosi con finestre dai vetri rifrangenti. Le fontane avevano la forma di ampi barconi a pianta ovale dove guizzavano delfini, sirene e tritoni di travertino che lanciavano getti d’acqua diamantina, spargendo nel vento, e contro il viso di Edda, particelle di pioggia. Lei si perdeva e si lasciava inebriare.



Consiglio vivamente la lettura di questo bel romanzo perché è scritto molto bene e perché suggerisce un percorso di riflessione sull'esistenza, sulla condizione umana, sulle risorse costruttive da ricercare dentro di sé, al fine di non farsi sopraffare dagli eventi e dalle circostanze meno propizie.

Luce














mercoledì 13 maggio 2015

Recensione del libro "Gala Cox. Il mistero dei viaggi nel tempo" di Raffaella Fenoglio



Titolo: Gala Cox. Il mistero dei viaggi nel tempo
Autore: Raffaella Fenoglio
Editore: Fanucci editore 

Prezzo cartaceo: 14.90 € 
Prezzo ebook: 4.99 €
Genere: fantasy
Pagine: 496 
Data di pubblicazione: 2 Ottobre 2014

 
SINOSSI:

Gala Cox Gloucestershire ha quattordici anni e frequenta il liceo artistico. Ha un carattere indeciso, un’intelligenza fuori dal comune e la passione per le materie tecniche. E non sta affrontando un bel momento: ha appena perso la sua migliore amica, Nadia, in un terribile incidente dai risvolti misteriosi e il suo amatissimo papà se n’è andato di casa senza una ragione apparente.
   Ora Gala vive con la mamma Orietta, medium scostante e autoritaria, e alcuni spiriti vaganti tra i quali l’indiano Matunaaga e la monaca benedettina Ildegarda di Bingen.
   Gala crede di sapere tutto sull’aldilà, fino a quando non inizia a frugare nello studio del padre alla ricerca di una traccia che le permetta di ritrovarlo. Qui, una scoperta casuale le aprirà le porte di un mondo prima sconosciuto, catapultandola in una realtà parallela e pericolosa.
   In un graduale e inesorabile susseguirsi di avvenimenti e scoperte, Gala vedrà crollare le proprie certezze una ad una. L’amore per le persone a lei care la spingerà a intraprendere una lotta che la renderà una ragazza più forte, molto più di quanto abbia mai potuto immaginare.



RECENSIONE:

Lanciai il libro di Storia nell’armadio. Cadde dal ripiano e s’infilò nello scatolone dei vecchi libri appoggiato sul fondo. Quella scatola era lì da mesi. Non ci avevo più fatto caso.
  Mi chinai per recuperarlo e scorsi il verde pallido del diario dell’anno precedente. Il cuore mi si fermò per un attimo.
  Lo avevo comprato quando amavo la scuola. Era l’estate di due anni prima.” 

  Nell'incipit del romanzo la protagonista appare come una ragazza come tante che sta attraversando il delicato momento dell'ingresso alle scuole superiori...
  Gala è, invece, una ragazza molto particolare, intelligente e ingegnosa, con una grande passione per le materie tecniche, che sta vivendo una situazione molto difficile.
  La sua best friend Nadia è morta prematuramente e suo padre, un eccellente scienziato-inventore, è scomparso da parecchie settimane, senza lasciare nessuna traccia.
  La storia è narrata in prima persona dalla stessa protagonista e sin dalle prime pagine viene descritta con accuratezza l'ambiente in cui vive:


“Era proprio una zona noiosa.

La cosa migliore era la casa più vecchia del quartiere. Una villa di quattro piani, grande come un isolato. Nel suo giardino decine di salici piangenti ondeggiavano al vento tutto il giorno, anche quando apparentemente non ce n'era. Era ricoperta di scura pietra lavica, e dal tetto spuntava un galletto segnavento. Al portone troneggiava un grosso batacchio luccicante a forma di testa di leone. I bambini che ci passavano davanti rimanevano imbambolati, con gli occhi sbarrati. Le madri li dovevano tirar via con la forza.

Era casa mia.”


La struttura della casa non è l'unica stranezza nella vita di Gala, infatti sua madre Orietta fa la medium di mestiere e la presenza degli spiriti nella sua esistenza è un fenomeno normale nella routine quotidiana. Sin dalla sua nascita, in particolare, sono presenti nella sua vita due spiriti: l’indiano Matunaaga e la monaca benedettina Ildegarda di Bingen.


 
  Non voglio rivelare altro sulla trama del libro, perché toglierei il piacere della scoperta delle innumerevoli sorprese racchiuse in ogni singola pagina.
Difatti ogni pagina del libro è piena di mistero, di colpi di scena, di verità che si svelano poco a poco, di descrizioni di strani macchinari, di viaggi nel tempo. I temi della famiglia, dell'amicizia e dell'amore divengono dominanti affiancandosi a quelli dell'avventura, del fantasy e della fantascienza.

  Le atmosfere e le ambientazioni sono sempre molto affascinanti, sia quelle che si riferiscono al mondo moderno sia quelle ambientate nelle epoche vittoriane.
I personaggi sono tutti ben caratterizzati e i loro tratti salienti sono ben delineati. Sia le persone in carne ed ossa che gli spiriti vaganti hanno caratteristiche peculiari che li contraddistinguono, incuriosendo il lettore su ogni personaggio, anche su quelli “cattivi”. 
Gala è una ragazza introversa, che non parla con nessuno della sua vita piena di misteri. Nello svolgersi della storia ella si aprirà lentamente all'amico Dennis Franti, che diverrà ben presto qualcosa di più di un semplice amico.

  Il personaggio più bello e misterioso è l’indiano Matunaaga, definito dalla stessa Gala come “la mia super-tata”. L'indiano vive accanto a Gala sin dai tempi della sua nascita e rappresenta il suo educatore, colui che la guiderà verso la piena consapevolezza di sé.
Per questo e per tanti altri motivi definirei questo romanzo come appartenente al genere “romanzo di formazione”, ma “Gala Cox. Il mistero dei viaggi nel tempo” è principalmente un romanzo fantasy-fantascientifico, del genere steampunk. 
Lo stile di scrittura dell'autrice è semplice e lineare, a tratti stringata nell'uso di brevi frasi ad effetto, a tratti molto eloquente nelle descrizioni e nei dialoghi tra i vari personaggi. 
 La trama è articolata con maestria e il finale è coerente e razionale, anche se alcuni temi, lasciati lievemente in sospeso, mi fanno sperare che l'autrice abbia in programma di scrivere il seguito di questa accattivante storia. 

  Il libro “Gala Cox. Il mistero dei viaggi nel tempo” mi ha attirata sin dal primo momento in cui ho letto il titolo e la trama. Successivamente ho visto la cover e sono rimasta “folgorata”! 
E' un libro adatto ad un pubblico di tutte le età, purché il lettore sia amante del fantasy, del mistero, dell'avventura e dei racconti di viaggi nel tempo. 
Personalmente ho trovato la lettura molto coinvolgente tanto che, una volta giunta alle ultime pagine, ho sentito dentro di me una nota di malinconia che mi ha spinta a ricercare con avidità tutti gli elementi che possano svilupparsi in uno nuovo capitolo!

Luce