Titolo:
Come
una pianta di cappero
Autore:
Massimo
Granchi
Editore:
0111
Edizioni
Collana:
LaRossa
Pagine:
246
Ebook:
€
8,99
Cartaceo:
€
16,00
Data
di pubblicazione: Ottobre
2013
Sinossi:
Edda
nasce nella seconda metà del Novecento in una famiglia di umili
origini e in un quartiere popolare alla periferia di Cagliari. Una
madre distratta da tanti figli e dall’alcool, un padre troppo
assente per motivi di lavoro, la lasciano crescere ostinata e
fragile, in mezzo alle molteplici stravaganze dei suoi fratelli. Il
sogno è l’unica dimensione in cui può vivere. Edda, infatti,
vorrebbe godersi la libertà fuori dalle quattro mura domestiche,
dalla sua città e da se stessa. Alcuni viaggi verso l’emancipazione,
a volte obbligati, la portano per lunghi periodi a vivere in
Continente. A Palermo fa la giostraia ed è ospite di una famiglia di
zingari. A Roma è acrobata in un circo. Mentre la vita incombe, si
definiscono in lei i segni di una debolezza emotiva profonda,
aggravata dai molti ostacoli che incontra, dagli amori infelici e dai
fallimenti che subisce. Conosce Onofrio, l’uomo che diventerà suo
marito, e grazie a lui sembra pacificarsi con la parte tormentata
della sua anima. Che cosa accade però quando il viaggio non può più
essere un rifugio? Quando la stabilità sfugge ed è minata da
rapporti umani tormentati, dall’improvvisa malattia di un padre
adorato e dalla tragica morte del fratello più caro? L’incapacità
di vivere di Edda si trasforma. Diventa malinconia, poi ansia e
infine depressione, una malattia che non le lascia scampo e annebbia
il resto. Come una pianta di cappero è un romanzo che esplora le
fragilità umane e la paura di vivere per proporre una riflessione
sull’amore, sulla ricerca della felicità e sui suoi lati oscuri.
Recensione:
“Come
una pianta di cappero” è un libro molto intenso e toccante che
narra l'intera vita di Edda sin dai tempi della sua infanzia. La
maestra della scuola definisce Edda come “una creatura riflessiva e
dall’intelligenza silenziosa”, ma Edda vive in un ambiente di
forti ristrettezze economiche:
“Il
suo stomaco borbottava dopo pochi minuti dall’ingresso a scuola. Le
interiora erano strette da una morsa. Il dolore si espandeva lungo
nervi e pareti molli. Un sibilo s’insinuava nella testa e non la
abbandonava per il resto della giornata.
Edda
era magra, con braccia e gambe esili e ampi solchi ombrosi le
avvolgevano gli occhi.
…
All'ora di disegno la testa le ciondolava sul banco. Volgeva lo
sguardo oltre la finestra e cercava il patio, l’erba selvatica
dalle larghe foglie tumide che celavano bacche verdi commestibili.
Guardava le rocce bianche del colle di Tuvumannu erto fino a Piazza
d’Armi, stagliato poco più avanti come un gigante dietro le
inferriate del cancello. Scrutava i fusti ramificati di capperi
aggrappati caparbiamente alla roccia, le gonfie pale cariche di fichi
d’india cresciuti a grappoli sulle piante selvatiche sparse lungo
la strada e pensava che si sarebbe salvata solo addentandoli
all’istante”
In
questi primi anni di scuola Edda sogna di divenire una grande
scrittrice come Grazia Deledda e scrive poesie in cui prefigura il
suo avvenire.
“Cosa
vorrei essere”:
Vorrei
essere un’aquila
Se
fossi un’aquila potrei volare
Mi
piacerebbe essere un fulmine
E se
fossi un fulmine potrei splendere
Ma
se fossi neve allora sparirei
e
dormirei nella pace”
Edda
è costretta ad abbandonare ben presto la scuola e a darsi da fare
per trovare un impiego, perché la sua famiglia versa in condizioni
molto precarie. Il padre è sempre lontano per motivi di lavoro, la
madre è alcolizzata e non riesce a badare bene alla figliolanza
numerosa.
Edda
non ha mai vissuto la spensieratezza e l'innocenza tipiche
dell'infanzia e mentre osserva i bambini giocare...
“...con
gli occhi fissi sui quei volti gioiosi, custodiva l’amara
sensazione di non avere niente in comune con loro. Ancorata a questa
sensazione, diventata speciale per lei mentre il vuoto contribuiva ad
alimentare la riottosità repressa, sfamava un’innaturale senso di
sufficienza nei confronti della vita e un’insana inclinazione verso
l’illusione. Erano soprattutto la spensieratezza e l'innocenza che
Edda non aveva mai provato. Nei giorni di solitudine trascorsi in
casa le aveva cercate disperatamente, senza sapere cosa fossero.”
Ben
presto Edda inizia a vagare da una città all'altra e da un impiego
all'altro, nella perenne ricerca della sua dimensione ideale in cui
sentirsi realizzata.
Edda
non ha ancora maturato in se stessa le abilità atte a fronteggiare
le avversità che inevitabilmente incontra nel suo percorso di vita.
La
condizione familiare, un'infanzia di ristrettezze e la ricerca
precoce di una situazione di indipendenza hanno costretto Edda a
crescere in fretta senza poter maturare la costruzione di una
personalità solida e stabile.
Edda
prova un senso di solitudine incolmabile e un'instabilità emotiva
che la costringono alla perenne sensazione di trovarsi sempre nel
posto sbagliato ed a fuggire in continuazione in cerca di qualcosa
non ben definito.
Quando
incontra Onofrio, un uomo molto paziente e premuroso, sembra che la
sua vita stia prendendo la giusta direzione: si sposa e costruisce
ben presto una famiglia. Edda, però, è sempre insoddisfatta e non
riesce a sopportare quel malessere sottile e invadente che le opprime
l'animo perennemente, così il passo verso vortice della depressione
diventa inevitabile.
“Come
una pianta di cappero” è un romanzo molto coinvolgente che fa
vivere al lettore numerose e diversificate emozioni. Nelle prime
parti del romanzo il cuore del lettore si carica di speranza,
seguendo l'affannosa ricerca di Edda della sua strada e della
felicità. Pian piano, però, si insinua nell'animo un velo di
malinconia, quando, procedendo con la lettura, il lettore si rende
conto come “il male di vivere” possa essere così determinante
nell'allontanare ogni possibilità di vivere una vita serena e
appagante.
L'autore
Massimo Granchi dimostra ottime capacità narrative, riuscendo a
descrivere luoghi, personaggi e situazioni con grande abilità,
rendendo quasi vive e reali le situazioni raccontate.
Le
descrizioni di Cagliari, la sua città natale, e delle altre città
toccate dai numerosi spostamenti di Edda, invitano il lettore ad
immedesimarsi sino al punto di avere la percezione di trovarsi in
quei luoghi:
“Roma
si svelò, magnifica e caotica, agli occhi di Edda. Le levò il
fiato. La scosse dentro. I monumenti imponenti sovrastavano il suo
sguardo abbagliato. Sulle strade larghe e popolose si affacciavano
vetrine luminose di negozi grossi come grandi magazzini. I giardini
pubblici sembravano parchi di ville principesche. Qualcuno di questi
celava tra gli olmi edifici nobili con ampi ingressi colonnati e
lastrici solari di marmo. Erano palazzi lussuosi con finestre dai
vetri rifrangenti. Le fontane avevano la forma di ampi barconi a
pianta ovale dove guizzavano delfini, sirene e tritoni di travertino
che lanciavano getti d’acqua diamantina, spargendo nel vento, e
contro il viso di Edda, particelle di pioggia. Lei si perdeva e si
lasciava inebriare.”
Consiglio
vivamente la lettura di questo bel romanzo perché è scritto molto
bene e perché suggerisce un percorso di riflessione sull'esistenza,
sulla condizione umana, sulle risorse costruttive da ricercare dentro
di sé, al fine di non farsi sopraffare dagli eventi e dalle
circostanze meno propizie.
Luce
semplicemente adorabile! <3
RispondiEliminaGrazie carissima, mi lasci senza parole :)
EliminaCiao, mi sono iscritta come lettore fisso al tuo bellissimo blog! Da poco ne ho aperto uno anche io! Ti va di diventare lettore fisso del mio! Grazie ti aspetto! <3 ciao LINK: http://sweetworld997.blogspot.it/
RispondiEliminaGrazie di <3 Ricambio molto volentieri :D
EliminaMa che recensione bellissima!!! Mi piace molto come scrivi Luce. Il romanzo di cui parli mi sembra molto interessante.
RispondiEliminaGrazie, sono contenta che ti piaccia. Il romanzo tratta argomenti molto delicati verso la fine. Nel complesso è una lettura molto piacevole.
EliminaLa cover è un po' inquietante, però l'argomento trattato è davvero molto interessante, lo leggerei!
RispondiEliminaIo trovo molto bella la cover, anche se è un po' inquietante in effetti :) Ti consiglio vivamente la lettura.
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